Avremo con noi ben 15 relatori/docenti: Kjetil Aamann, Raffaella Ceres, Francesco Galtieri, Albert Hera, Tom Johnson, Mariateresa Lietti, Franco Lorenzoni, Silvana Noschese, Gianni Nuti, Luigi Orfeo, Costantino Panza, Lorella Perugia, Annibale Rebaudengo, Carlo Ridolfi, Lucia Staccone
Abstract a breve disponibile.
Fra le sfide educative contemporanee c’è quella del sostenere processi di apprendimenti che ci mettano nella condizione di essere “facilitatori” di ipotesi e, nel contempo, sostenitori di percorsi creativi. Il grande frastuono prodotto dalle soluzioni pre-confezionate che vengono offerte come rassicuranti progetti per approcciare gli apprendimenti creativi ci discosta dalla complessa bellezza dello sviluppo cognitivo trasversale. Il metodo Bruno Munari rappresenta una possibilità per chiunque indaghi le variabili degli apprendimenti. Questa riflessione sarà messa in pratica dai partecipanti attraverso attività ispirate al metodo, facilmente replicabili in diversi contesti formativi.
Come possiamo incorporare il movimento nelle prove e nei concerti di una formazione corale per migliorarne il risultato? Per i bambini e i ragazzi l'apprendimento è più facile quando è legato al movimento e molte tecniche vocali diventano più agevoli da gestire in questo frangente. Inoltre, questo percorso aiuta i giovani cantori a comprendere i diversi aspetti di una composizione musicale: struttura, espressione, dinamica, etc. In questo laboratorio attivo verà sperimentata la gioia di combinare canto e movimento per ottenere risultati migliori! Una proposta è riservata alla fascia di età 8-12, l'altra alla fascia 11-16 anni.
Avvicinarsi a uno strumento musicale giocando con i suoni, inventando musiche, ascoltando e imitando quello che si sente è il modo per conservare, anche col passare del tempo, il piacere del suonare e dello scoprire sempre nuovi aspetti del proprio strumento, della musica, e non solo. Nel corso del laboratorio si sperimenteranno attività nel campo dell'invenzione, dell'imitazione e della lettura, soprattutto in situazione di gruppo, ambito ideale per una autentica didattica inclusiva.
L'improvvisazione, come pratica creativa collettiva, promuove l'ascolto e la relazione, generando trasformazione e cambiamento, e favorendo una comunicazione non conflittuale. Attraverso la voce, uno strumento naturale e quotidiano, e l'improvvisazione, esploreremo la musica e il suono in libertà, attingendo a diversi materiali sonori e culture musicali. Questa attività è aperta a cantanti, strumentisti e a chiunque desideri lavorare su ascolto, relazione, creazione, manipolazione e composizione di materiali sonori. Alternando esercizi strutturati a improvvisazioni libere, i partecipanti scopriranno nuove relazioni sonore e il loro potenziale creativo nella composizione collettiva, esplorando al contempo la percezione del corpo, del gruppo e dello spazio.
Un gioco di mimesi quello di chi insegna arti performative: i corpi di tutti gli attori si rispecchiano, si imitano e si trasformano reciprocamente per consumare provvisorie quanto intense esperienze di bellezza, portatrici di piacere. Proprio questi due fari – bellezza e piacere – devono accompagnare la vita dei formatori affinché incarnino stili esemplari e autentici non solo per le persone di cui si prendono cura perché meno esperte, ma anche per la qualità della loro stessa vita, per dare valore alle loro uniche identità professionali. Occorrono comuni denominatori rispetto a un campo di libertà allargato: la preservazione di un equilibrio tra la relazione artigianale maestro/a-allievo/a e approcci precoci con la musica d’insieme, la valorizzazione delle radici popolari di ogni musica d’ogni tempo e luogo, la centralità del corpo sapiente, della cognizione incarnata, la necessità di fondare nel pensiero democratico e nel lavoro cooperativo ogni azione formativa, muovendo ogni gesto musicale con l’energia dell’immaginazione.
Come è possibile includere nel canto i soggetti che presentano problemi di salute fisica o psicologica? Il progetto SWAN si propone di raccogliere, diffondere e promuovere le migliori pratiche di canto collettivo per persone con queste necessità favorendo opportunità transnazionali ai professionisti del settore per confrontarsi con le migliori pratiche di altri Paesi e sviluppando, altresì, strumenti digitali per favorire la partecipazione di queste persone alle attività musicali. Norsk Sangerforum, partner norvegese del progetto, ci mostrerà come ha sviluppato un e-book sull'utilizzo di strumenti digitali per rendere gli spartiti più accessibili ai cantanti ipovedenti ed anche uno stile di MuseScore Studio che può essere utilizzato come punto di partenza per progetti in questa direzione.
Negli ultimi decenni, nel campo educativo e della formazione, si è andata accentuando una forbice istituzionale tra propositi pieni di idealità, figli di oltre un secolo di riflessioni pedagogiche, e una realtà strutturale segnata da forti criticità. Solo in parte la buona volontà di singoli docenti nel pubblico e l’impegno del privato sociale sono riusciti a colmare il vuoto con una funzione di sussidiarietà, come previsto dalla Costituzione. Come le United States Colored Troops (i primi reggimenti di afroamericani), le associazioni del Terzo Settore musicale hanno operato in trincea nella ricerca e nella sperimentazione. È giunto il momento che queste associazioni, con umiltà e una selezione accurata della propria qualità, pretendano un riconoscimento all’altezza del loro ruolo.
L'integrazione di dispositivi digitali nella formazione musicale potrebbe rappresentare un'opportunità cruciale per coinvolgere i giovani, sfruttando il loro legame con la tecnologia. Questo approccio innovativo offre molteplici vantaggi: maggiore accessibilità attraverso app e software dedicati, potenziamento della creatività mediante strumenti di composizione digitale e personalizzazione dell'apprendimento. L'implementazione di app e device può trasformare l'educazione musicale, rendendola più attraente e in sintonia con le abitudini digitali delle nuove generazioni. Questa strategia mira a superare le barriere tradizionali, facilitando l'espressione emotiva e l'interazione tra pari attraverso la musica.
Oltre a essere un ambito dei saperi musicali, la psicofonia rappresenta un autentico viaggio sensoriale che trasforma la voce in uno strumento di scoperta e crescita personale. Attraverso il suono della voce, essa promuove una consapevolezza profonda del corpo, risvegliando la nostra capacità di ascoltarci, abitarci e armonizzarci. Grazie al passaggio dall’io canto all’io mi canto, la psicofonia invita a esplorare le corrispondenze vibratorie tra l'essere umano, i suoni e la parola, affinando le proprie sonorità per diventare artisti di se stessi. Questa pratica arricchisce l'insegnamento musicale, integrando proposte che favoriscono la scelta consapevole delle intonazioni e delle parole, migliorando così l'efficacia della comunicazione e la qualità del percorso formativo.
L’attività musicale gioca un ruolo importante nello sviluppo del bambino. Ricerche scientifiche mostrano competenze di percezione e produzione musicale dalla nascita, con capacità del bambino di regolare il proprio stato affettivo attraverso il canto a lui diretto già dai primi mesi di vita. La comunicazione attraverso il canto offre un vantaggio nella costruzione delle relazioni e nell’apprendimento del linguaggio e le esperienze sincronizzate nella prima infanzia sostengono la prosocialità.
Accade, talvolta, che per orientarsi nella complessità sempre maggiore del mondo e della società si cerchino risposte tecniche e rimaneggiate. Si affacciano così, pronti a fornire queste risposte, due tipi di formatori: quello che riconducono ogni possibilità di conoscenza alle accademie e quelli che propongono mirabolanti soluzioni creative, tutte orientate al superamento individualistico degli ostacoli che si incontrano lungo il cammino.
Due facce della stessa medaglia, che a ogni bivio di possibile cambiamento oppongono la congiunzione di tipo avversativo "ma". Proviamo, insieme, a immaginare una formazione maggiormente orientata a utilizzare il valore ipotetico del "se", verso quello che Paulo Freire chiamava "l'inedito possibile"?
Nell’attuale panorama della formazione degli insegnanti in ambito didattico-musicale, emerge con urgenza la necessità di una riflessione approfondita. L'offerta formativa, sempre più caratterizzata da seminari, corsi online e video-lezioni anche in questo settore, facilita la proliferazione di proposte di qualità discutibile. Le associazioni del Forum Nazionale per l'Educazione Musicale hanno analizzato questa situazione e presentato un documento con l’obiettivo di stimolare una riflessione critica tra i professionisti del settore e i fruitori.
Discussioni ed interventi a cura dei relatori intervenuti nelle due giornate